Doppiaggio, doppio o non doppio?
Nonostante sia diffusa l’opinione che, a livello mondiale, il doppiaggio sia diffuso quasi solo in Italia, la realtà è molto diversa.
Il doppiaggio italiano è famoso per la sua altissima qualità, riconosciuta in tutto il mondo, ma quello tedesco non è da meno.
Infatti anche in Germania si doppiano sia i film al cinema che i programmi televisivi. La scuola di doppiaggio tedesca è famosa quasi quanto quella italiana.
E non solo in Germania, il doppiaggio è la regola in Austria, Svizzera, Francia e Spagna. Capirai, in Spagna traducono tutto, anche Champagne con champàn, è del tutto naturale che adottino il doppiaggio.
È una questione di abitudine, comunque, non solo di scarsa diffusione della conoscenza della lingua inglese. Infatti in Svizzera, Austria e Germania la conoscenza dell’inglese è mediamente buona.
Come è intuibile il doppiaggio non è diffuso nel Regno Unito, dove è raro perfino il sottotitolaggio.
Nei Paesi Scandinavi, cioè in Danimarca, Svezia, Norvegia e Islanda, ma anche in Finlandia, in Portogallo e nei Paesi Bassi si usa il sottotitolaggio e il doppiaggio è limitato ai film per l’infanzia.
In alcuni paesi vige un metodo misto: il sottotitolaggio per il cinema e il doppiaggio per i programmi televisivi. Questo sistema è utilizzato in Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
La Slovacchia rappresenta un caso particolare: volendo risparmiare sul doppiaggio, offre al cinema film doppiati in lingua ceca, dando per scontato che qualsiasi slovacco capisca perfettamente il ceco.
Similmente in Belgio i film doppiati in francese vengono proiettati anche in area fiamminga (le Fiandre), dando per scontato che i fiamminghi conoscano in media il francese.
Tranne i film doppiati (dai francesi) in francese, vige il sottotitolaggio.
Nella parte del paese di lingua francese (la Vallonia) non vengono proiettati film doppiati in neerlandese, in quanto, innanzi tutto, non esiste una scuola di doppiaggio neerlandese e comunque i valloni, ovvero i belgi francofoni, in generale non parlano neerlandese al contrario dei fiamminghi, che il francese lo capiscono. In Vallonia pertanto, come nelle Fiandre fiamminghe, si trasmette solo il doppiaggio francese, se la Francia ha doppiato quel film, altrimenti vige il sottotitolaggio.
Sebbene abbia 17 milioni di abitanti non sono i Paesi Bassi il paese più popoloso d’Europa che NON adotta il doppiaggio. È la Romania, che di abitanti ne ha 20 milioni e adotta il sottotitolaggio generalizzato, sia al cinema che in televisione.
Mentre la piccola Lettonia preferisce il doppiaggio. Quindi mentre non esistono doppiatori rumeni, ne esistono evidentemente di lettoni.
In Europa la situazione più strana è, però, quella presentata da Polonia, Russia, Ucraina e Lituania.
In questi paesi è in voga il “voice over” ovvero la voce fuori campo (anche in Mongolia è adottato il voice over). In pratica una vociona stentorea e inespressiva traduce, fuori campo, i dialoghi degli attori che rimangono ascoltabili in sotto fondo. È un sistema pratico ed economico, sebbene l’effetto sia spesso involontariamente comico.
La Polonia è la “regina” del voice over, che lo applica indistintamente a tutto. Mitica è la scena polacca in voice over di Freddy Kruger che insegue una sua vittima che urla disperata. Si sentono urla di terrore e implorazioni mentre un’anonima e metallica voce fuori campo spiega, in polacco: “Lei fugge disperata e grida ti prego non uccidermi” “Lui grugnisce in modo cattivo” “Lei piange e dice perché mi sta capitando tutto ciò” .
Casi particolari sono costituiti da Malta e Lussemburgo, dove i prodotti per il cinema sono sottotitolati, in maltese e inglese a Malta e in lussemburghese, francese, tedesco in Lussemburgo, mentre la maggioranza dei prodotti televisivi non viene tradotta in alcun modo.
In Bulgaria infine vige un sistema misto, un po’ si doppia, un po’ si sottotitola.
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